Black Mirror e l'esaltazione dell'interattività

in Olio di Balena4 years ago

Ne hanno parlato tutti, è stato il vero tormentone natalizio che ci ha accompagnati nel 2019 tra critiche feroci e acclamazioni entusiastiche.

Qualcuno lo ha definito capolavoro, altri lo hanno etichettato come deludente, per alcuni con questo evento è partita una nuova rivoluzione televisiva e cinematografica, per altri è stata solo una presa in giro.

Come sempre la verità sta nel mezzo e come sempre per capire da che parte schierarsi ci vuole un minimo di equilibrio, un minimo di ragionamento a mente fredda che parta dal cuore delle cose e finisca per arrivare al cervello in un'analisi a 360° di quanto avvenuto a partire dal 28 Dicembre 2018.

In questa data che potrebbe o meno diventare storica, questo lo scopriremo solo vivendo, Netflix ha rilasciato uno speciale episodio della serie antologica Black Mirror, dal titolo Bandersnatch.

L'episodio, come sempre scritto da Charlie Brooker, ci ha proiettati in un nuovo mondo grazie all'ideazione di una puntata interattiva che ha permesso allo spettatore di essere egli stesso autore e ideatore della storia che Bandersnatch voleva raccontare.

Ma è stato proprio cosi?

Davvero noi spettatori abbiamo "scelto" dove dovesse andare a parare la storia?

E' proprio su questa domanda che si sono sviluppate tutte le polemiche di queste settimane.

Chi ha guardato l'episodio avrà chiaro il meccanismo, per chi non sapesse di cosa stiamo parlando provo a riassumere brevemente.

Durante la visione dell'episodio viene chiesto ripetutamente allo spettatore di "scegliere" fra 2 o più opzioni mentre il film continua a scorrere. Allo spettatore vengono chieste cose totalmente ininfluenti come che scatola di cereali far mangiare al protagonista o che musica fargli ascoltare in autobus ma anche scelte esiziali che biforcherebbero in destini diversi e spesso contrapposti come decidere se buttarsi o meno da un balcone, se ammazzare o meno una persona, se lavorare in fretta o con calma al videogioco da creare.

In molte situazioni una scelta termina in un nulla di fatto con Netflix che interrompe la visione per chiederti di tornare indietro e cambiare la tua scelta come se il percorso che avessi imboccato fosse quello sbagliato.

Ed ecco il primo punto.

Un episodio che dovrebbe mettere lo spettatore nei panni dell'autore può al tempo stesso "indirizzare" la storia?

Per i detrattori la risposta è no. C'è da dire però che se per ogni possibile scelta si volesse prevedere un universo parallelo dal quale far nascere altri infiniti universi paralleli quell'episodio diverrebbe potenzialmente lungo giorni, settimane, forse mesi e nessuno avrebbe il controllo, in un gioco sicuramente intrigante ma folle sia per gli autori che per lo spettatore.

Brooker ha "blindato" le potenziali storie sviluppate in una decina di sentieri che lo spettatore poteva percorrere in base alle scelte effettuate fornendogli da una parte la percezione di poter decidere che piega far prendere alla storia mantenendo comunque il controllo su di essa.

L'autore resta l'autore insomma, lo spettatore resta spettatore. Non c'è rivoluzione in questo ma c'è uno sviluppo interessante, forse fondamentale nello sviluppo del rapporto fra medium televisivo e spettatore.

Quest'ultimo grazie a Bandersnatch è potuto entrare nella stanza dei bottoni, si è potuto sentire autore per 2 ore, sbattendo contro le mille difficoltà che potrebbe avere nello sviluppare una storia e comprendendo meglio i processi creativi di uno sceneggiatore. In questo Bandersnatch riesce ad avvicinare spettatore ed autore rendendoli complici pur tenendoli saldamente ai loro posti.

E qui ci avviciniamo al secondo punto.

A livello tecnico questo episodio porta novità importanti?
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Ancora una volta no secondo i detrattori.

La verità è che almeno un paio di cose mai viste prima le abbiamo potute appuntare e questo non è e non può essere poco per un solo episodio.

Avete notato la fluidità dell'azione al momento della presentazione delle scelte sullo schermo? La scena non si blocca mai, mai, mai! Tutto continua a scorrere mentre si attende la scelta dello spettatore. Avete mai visto una cosa del genere?Personalmente no. E basta approfondire il tema per capire che Netflix dopo aver rivoluzionato la tv e lo streaming potrebbe aver lanciato una piccola rivoluzione su questo minuscolo dettaglio.

Inoltre se di rivoluzione o almeno di lascito vogliamo parlare bisognerebbe anche guardare attentamente a che storia Bandersnatch ha voluto raccontare.

E qui un'altra nota dolente per i detrattori.

Questo episodio noto oramai a tutti per aver donato "interattività" era incentrato su una creazione di un videogioco che permettesse al giocatore di trovarsi davanti ad una storia a bivi potenzialmente infinita.

Black Mirror ha giocato con noi anche con la narrazione stessa insomma.

Noi spettatori provavamo a scegliere qualcosa che permettesse di diramare una narrazione che aveva come punto di arrivo la possibilità di scegliere infinitamente per sbrogliare una matassa impossibile.

Cervellotico sicuramente ma affascinante.

Bandersnatch non è dunque un episodio che possiamo definire rivoluzionario ma esisterà sicuramente un pre Bandersnatch ed un post Bandersnatch facendo di esso un episodio importantissimo per la serialità contemporanea e l'intrattenimento tutto.

Se però quest'operazione ha mostrato un difetto esso risiede nel ruolo che la tv, il cinema ed ogni autore dovrebbe avere verso il mondo.
Cosa rimane del fascino di una storia televisiva o cinematografica se a dover scegliere, indirizzare e sviluppare siamo noi?

La ricerca di tanti possibili finali di una storia permette davvero allo spettatore di vivere un'esperienza appagante?

O risulterebbe più appagante un film con un finale aperto ed enigmatico che porti lo spettatore ad immaginare quale possa essere stato il destino del protagonista?

Il cinema, la tv non dovrebbero proprio stimolare l'immaginazione?

In un mondo cinematografico e seriale ipoteticamente interattivo non ci sarebbe più spazio per l'immaginazione, non ci sarebbe più spazio per la discussione e decadrebbe automaticamente il ruolo dell'autore.

Immaginatevi il finale dei Soprano o di Lost girato alla Bandersnatch o quello di capolavori cinematografici come Inception, Shutter Island, La La Land o C'era una Volta in America girati alla Bandersnatch?!

La risposta a questa domanda non solo metterebbe in discussione l'intera operazione portata avanti da Netflix ma ci dovrebbe far sperare che questo non sia l'inizio di una rivoluzione ma solo un bell'esperimento a se stante.

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Personalmente l'ho trovato... noioso! Né bello né brutto, né capolavoro né fallimento, semplicemente noioso, tanto che dopo si e no una mezz'ora ho spento e fine della storia. Non so nemmeno come si snoda da un certo punto in poi né come va a finire e non ne ho la curiosità. Tutte quelle scelte inutili e a vicolo cieco mi hanno dato i nervi. Sarebbe stato più intelligente effettuare poche scelte significative con poche storie parallele, magari destinate a ricongiungersi in pochi possibili finali. Sarebbe stato più che intelligente, oserei dire filosofico se, qualunque scelta venisse fatta prima o poi avesse portato a bivi che portavano a scelte che portavano tutte a un unico, grande finale. Si sarebbe chiuso un cerchio e aperta una voragine in cui si sarebbe potuto parlare a lungo di libero arbitrio o sliding doors ecceteraecceteraeccetera.
Fatto così, invece, non mi ha preso. I vicoli ciechi, per me, non avrebbero dovuto esistere. Trent'anni fa leggevo storie simili su Topolino, con i finali alternativi e le scelte a bivi. Oggi continuo a preferire quelle vecchie storie a questo noioso episodio.

Personalmente l'ho trovato... noioso! Né bello né brutto, né capolavoro né fallimento, semplicemente noioso, tanto che dopo si e no una mezz'ora ho spento e fine della storia. Non so nemmeno come si snoda da un certo punto in poi né come va a finire e non ne ho la curiosità. Tutte quelle scelte inutili e a vicolo cieco mi hanno dato i nervi.

Non riuscirei a definire noiso nessun episodio di Black Mirror ma capisco la tua frustrazione. E' un episodio che punta tutto sui bivi ed in effetti, se lo spogli, di questa innovazione risulta...noioso...

Sarebbe stato più intelligente effettuare poche scelte significative con poche storie parallele, magari destinate a ricongiungersi in pochi possibili finali. Sarebbe stato più che intelligente, oserei dire filosofico se, qualunque scelta venisse fatta prima o poi avesse portato a bivi che portavano a scelte che portavano tutte a un unico, grande finale. Si sarebbe chiuso un cerchio e aperta una voragine in cui si sarebbe potuto parlare a lungo di libero arbitrio o sliding doors ecceteraecceteraeccetera.

Ho pensato la stessa cosa.
Per essere un esperimento avrebbe dovuto "volare basso". 3-4 snodi cruciali e amen. 3-4 finali paralleli ma realmente diversi, realmente impattanti, per metterci di fronte alla differnza delle conclusioni a cui le nostre scelte ci portano.