Tutti al lavoro.

in Olio di Balena4 years ago

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La foto è mia fatta col mio cellulare, mentre andavo al lavoro.

Domani ci saranno le riaperture dei negozi, o meglio di molti negozi, l'attività di mia moglie non rientra in nessuna categoria specifica, però saune, idromassaggi e bagni turchi devono giustamente rimanere chiusi, la stanza del sale, pur essendo un ambiente ipobatterico ed usato per aiutare il sistema immunitario è comunque un ambiente chiuso e quindi probabilmente rientra in quella cerchia di attività che giustamente non possono essere svolte.

Mia moglie ha comunque deciso di tenere chiuso per rispetto delle persone che frequentano il negozio, nonostante possa aprire anche per la vendita e le altre attività che svolgevano all'interno ( c'è una nutrizionista che collabora con lei, una fisio masso un sacco di roba che collabora con lei ), ma non ha senso rendersi possibile veicolo di contagio per il vil denaro.

Quando si intraprende un percorso del genere, tenendo un piedi un'attività per certi versi all'avanguardia, seppur richiamando mezzi, prodotti e stile di vita ' antico ' perché naturale, quello che conta è la coerenza.

I principali clienti di mia moglie sono mamme con i bambini, quindi... tutto il resto non conta.

Aspetterà con pazienza tempi e condizioni migliori, nel rispetto di tutti e delle scelte di vita che

Sarà una lunga estate, però quando si intraprende un percorso, soprattutto un percorso coerente con un nuovo stile di vita, bisogna essere fedeli a se stessi.

Domani possono riaprire anche le parrucchiere ed i barbieri, meno male per alcuni aspetti, eravamo tutti pettinati in modo improbabile, a parte i pazzi che hanno provato a farsi fare i capelli dalle mogli, dalle fidanzate... dai figli...

Mia mamma ha fatto la parrucchiera da prima che io ne avessi memoria, anzi, mia mamma ha fatto la parrucchiera da prima che fosse giusto che lo facesse.

Ha iniziato a lavare le teste in un negozio dopo la scuola ed era in quinta elementare.

Altri tempi, mia nonna stava male e lei era la più grande di cinque fratelli.

C'era una famiglia da mantenere, quindi poi non ha mai smesso perché il lavoro le piaceva ed ha tirato fin dopo l'età lavorativa.

Dava una mano a mia zia in negozio ( sua sorella anch'essa parrucchiera ) e faceva le pieghe alle sue amiche, a casa non poteva starci.

Impazziva, cioè impazzisce ancora a casa, ma adesso le pieghe non le fa più.

Pure l'infarto, quel maledetto infarto che si è tenuta a casa per una settimana intera che adesso le condiziona la vita con pastiglie e menate varie, dicevo, pure quel maledetto infarto che si è tenuta a casa una settimana perché il suo dottore laureato con i punti Esselunga ha scambiato un riversamento di liquidi bei polmoni, quindi uno scompenso cardiaco per una polmonite quindi l'ha curata con gli antibiotici mentre doveva essere ricoverata subito.

Urca, vabbè, dicevo, anche quel maledetto infarto lo ha avuto mentre phonava i capelli ad una sua amica.

Scusate se ho divagato, ma era per dire che il mestiere lo conosco bene, anche perché ci ho passato l'infanzia in un negozio di parrucchiera e leggendo le varie regole e restrizioni che hanno ( giustamente ) inserito nel decreto per quanto riguarda le aperture, mi sono venute in mente alcune riflessioni che mi lasciano alquanto perplesso anche perché gli esercenti hanno avuto poco tempo per adeguarsi alle specifiche delle norme dettate dal governo e aggiungerei anche dal buon senso.

Sono pienamente d'accordo con le idee per arginare il rischio di contagio ma è quasi impensabile che tutti rispettino tali norme.

Asciugamani usa e getta, oppure utilizzare gli asciugamani una volta sola e poi lavarli a sessanta gradi.

Chi può controllare che siano effettivamente stati lavati a 60 gradi ( o addirittura lavati )?

Sterilizzare tutti gli attrezzi, già c'è chi lo faceva da prima, molti non lo faranno nemmeno dopo.

Non ci credevano prima e non ci credono adesso.

Esempio lampante, il salumiere con la mascherina sotto il naso ed i guanti bucati che serve il prosciutto e con gli stessi guanti consegna il resto e prende i soldi.

  • Mi obbligano a farlo ed io lo faccio, ma non ho capito quello che sto facendo.

Ecco secondo me cosa pensa uno del genere.

Ripeto, norme igieniche da tenere anche prima del corona virus.

Sempre tornando ai parrucchieri, ho visto che devono fornire ad ogni cliente il disinfettante ed un sacchetto usa e getta per metterci dentro la borsa, la felpa o il giubbotto, per evitare che tocchino per terra.

Non ci sono limiti alle precauzioni ed è anche giusto così, tutelare chi lavora e tutelare chi va a spendere i soldi e permette a chi lavora di non diventare egli stesso un veicolo di trasmissione o di trasformare il proprio esercizio commerciale in un ricettacolo di germi.

Chi entra nei negozi dovrà avere rispetto e pazienza, ma soprattutto dovrà accettare un piccolo rialzo dei prezzi per dar modo ai commercianti di sostenere le spese imposte dalle norme e dal buon senso, se inizia a diventare una caccia al risparmio, probabilmente le buone norme andranno a farsi friggere.

Noi siamo quelli che possono indirizzare il commercio, se puntiamo al risparmio andiamo in una direzione pericolosa, se puntiamo alla qualità allora possiamo stare leggermente più sicuri ( l'inculata e il deficiente sono sempre dietro l'angolo ).

D'altro canto chi apre un negozio deve farlo con coscienza e capire il perché gli chiedono di fare determinati sacrifici.

Chissà se un negoziante ha abbastanza coscienza per stare alle regole.

Ripeto, io ho vissuto la vita in negozio e vivo la situazione con il negozio di mia moglie, quindi non voglio giudicare nessuno ma vi pongo una domanda.

È più di due mesi che non lavorate ( o forse poco meno ) avete riaperto l'attività da poco ed ancora fate fatica a vedere la luce, è martedì, avete l'agenda piena di appuntamenti ma vi bruciano gli occhi ed avete un po di mal di gola, che fate?

Disdicete tutti gli appuntamenti ed ammettete che non state bene dicendolo a tutti i vostri clienti chiudendo per i successivi quindici giorni che sono il periodo di incubazione massimo per vedere se siete positivi, oppure vi convincete che voi non avete niente e che comunque con tutte le precauzioni non trasmettete niente a nessuno?

Anche perché, la gente che ha il sospetto che tu abbia chiuso per pestilenza, probabilmente per mesi non verrà nel vostro negozio.

  • non si sa mai.

Difficile giudicare... difficile decidere.

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@tipu curate 2

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Personalmente credo che si dovrebbe lasciare via libera ad imprenditori e clienti. Ognuno dovrà comportarsi con coscienza e responsabilità, ma porre divieti e limiti penso sia dannoso oltre che inutile.

L'unico limite che porrei è che chi è contagiato deve stare lui in quarantena. A casa se vuole, se può e se responsabile, in strutture adeguatamente attrezzate negli altri casi.

Purtroppo la vedo dura. Di mia indole non mi fido mai del buon giudizio delle persone.
Se lasciassero liberi tutti tra due mesi saremmo uguali a marzo... ma chi può dirlo, sarei ben felice di essere smentito.

Non è che io mi fidi, non ho gran fiducia nella massa indistinta. Ma proprio per questo motivo non accetto volentieri dover sottostare a regole sciocche, e non potrebbero essere altrimenti, stabilite da governanti che le elaborano sempre e solo tenendo conto dell'umore delle persone rilevati dai sondaggi e da interessi economici che sicuramente della massa non sono.

Inoltre penso che l'incapacità della massa nello scegliere sia dovuta al fatto che nel tempo sia stata sempre più abituata a non responsabilizzarsi. Sarebbe ora che questa tendenza subisca un'inversione.

Si... ma se un irresponsabile viene lasciato libero in questa occasione è capace di combinarne di guai... in questa particolare storia secondo me purtroppo il pugno duro serve

Se una persona è contagiata secondo me, l'avevo scritto, deve esser costretta alla quarantena. Anche con la forza. Se non la rispetta di sua volontà dovrebbe esser costretto. Ma solo i contagiati, non tutti.

Individuare i contagiati sta allo Stato, mediante campagne di tamponi a tappeto. E' questo che non si fa.

Si ovvio, però nulla è perfetto... il metodo, il governo, lo stato... noi... quindi non so proprio se riuscirò mai ad avere fiducia piena nel prossimo, soprattutto qui in Italia.

Post pieni di tante sagge considerazioni, dettate dal buon senso e dalla effettiva esperienza di chi è del campo e di chi è sul campo, se fossimo realmente in grado di comportarci in modo etico e responsabile, sai quanti regolamenti e protocolli potrebbero e dovrebbero infilzarsi su per il culo??

!BEER

Esatto mad. Ma siamo una massa di capronip

E' quello il vero problema, sai, oltre alla logica, una delle principali motivazioni per cui sono abbastanza fedelmente le loro indicazioni? Per essere a posto con la coscienza e per potergli ipoteticamente dire Che cazzo vuoi, ho fatto quello che mi hai detto di fare, va a cagare...

Mah... tu pensi che un negoziante, domani si sveglia col mal di gola e disdice tutti gli appuntamenti?
Non lo so mica...

Quello viene lasciato un po' alla coscienza di ognuno di noi, in fondo, indossando la mascherina non dovrebbero esserci grandissimi problemi