Il giovane basa e la musica 5

in Olio di Balena4 years ago

Continuo con il post mega sul tema...
Il basa e la musica.
Ho iniziato dagli albori, dalle elementari e da il flauto dolce e dall'esplosione del mio amore per le note all'era delle medie.
Vi avevo lasciato con le pive nel sacco, finendo il mio discorso, anzi troncandolo a metà proprio parlandovi delle pive natalizie con la banda.
Tra l'altro, una piccola curiosità sulla piva.
Via con l'angolo... il basa vi spiega.

La piva è uno strumento musicale che sicuramente avrete visto in qualche film.
È una specie di zampogna, con i flauti che spuntano e l'elegante sacca scrotale da gonfiare per farli suonare.

La piva natalizia arriva dal canto popolare
Piva piva l'olio d'oliva, che cantavano i venditori d'olio d'oliva nel nord Italia accompagnandosi proprio con la piva.
Poi la piva ha cambiato il suo significato commerciale ed è diventato un canto natalizio per eccellenza, forse per il suono appunto delle pive che richiamavano il clima natalizio.

Ma sempre rimanendo in tema, il basa vi spiega, la piva era anche uno strumento che si utilizzava in guerra, si suonava per la carica e per le vittorie.
Quindi, quando un esercito prendeva ' gli schiaffi ' i suonatori non avevano niente da suonare quindi tornavano con le ' pive nel sacco '.
Come dico sempre io... potete giocarvi queste piccole perle a cena con gli amici, quando invitano altri amici che sono iperlaureati colti medici oltre le frontiere, i quali vanno oltre i medici senza frontiere.
Quando un medico senza frontiere alza lo sguardo e guarda avanti... lontano, vede il medico oltre le frontiere.
Ecco a quel pirla dell'amico del vostro amico, mentre fa il figo e racconta di quando ha combattuto contro un leopardo dopo essersi imbarcato in un mercantile che aveva bandiera libanese, gli sparate qualche perla di saggezza del basa spacciandola per vostra, le fighe al tavolo toglieranno subito lo sguardo dal buffone interessandosi alle vostre conoscenze di cultura inutile, ma che volete?
Loro leggono i post su fb.
Vi ripeto che non andrò mai a dire che lo avete imparato da me, l'unico modo per il quale lo possano venire a scoprire è che lo leggano su hive.
Vi ripeto anche che non sarò mai io ad incularvi ma la tecnologia alla quale sto affidando i miei saperi.
Tornando al basa e la musica, ai tempi delle medie ho scritto il mio primo brano.
Ho usato tutti gli accordi che avevo imparato e devo dire che era veramente una schifezza immane.
Non posso dire altrimenti, visto che anni dopo ho avuto il coraggio di registrarne una copia da dare ad una band per far sentire la mia ' bravura ' come chitarrista.
Però questo successe alle superiori, quindi ve ne parlerò dopo.
In terza media ho mollato la banda e le lezioni di chitarra perché il mio flauto iniziava a suonare per conto suo.
Le uscite con gli amici... le ragazze, i pomeriggi in giro, tutto questo Mi ha portato ad abbandonare gli impegni fissi perché l'ormone mi comandava.
Ma la musica ha altri modi ed altre vie per entrarti dentro, quindi ho cominciato ad ascoltare ' i cantanti ' famosi perché trovavano le parole al posto mio.
Quelle parole che in adolescenza danno forza in momenti brutti, ti aiutano a venirne fuori e ti aiutano a creare la cassettina d'amore per una che ti piace e che se ha gli stessi gusti musicali che hai tu ci scappa il limone sulla panchina.

Quindi siamo arrivati alle superiori, dove la vita sociale assomiglia sempre di più a quella dei grandi, hai bisogno di riconoscere figure e di essere riconosciuto anche tu come figura.

Ero in prima superiore ed un mio amico era stato preso in una band come tastierista, avevano due chitarristi, ma uno aveva abbandonato.

Il posto giusto per me.

Come fare per far sentire qualcosa di mio?
Non si poteva andare in saletta a fare una prova per il semplice fatto che costava e noi eravamo tutti ragazzini mortinculo con i soldi della paghetta ( misera ) in tasca.

Non c'erano video su youtube, non c'erano messaggini wazzup da poter mandare per ascolto, ma soprattutto non c'erano modi per registrare a casa in maniera semplice ed economica.
Dovevi arrangiarti in qualche modo, quindi, mi sono arrangiato.

Mia nonna aveva un registratore portatile che utilizzava come mangianastri, era perfetto per me, me lo feci prestare.
Adesso però mi serviva anche una chitarra elettrica ed un secondo chitarrista per poter far sentire il brano ( o mio dio che schifo ) in tutto il suo splendore.
Ricordate del mio ex compagno di classe che mi dettava le pennate da fare con il plettro al telefono?
Andai da lui perché era più avanti di me, aveva una chitarra elettrica.
Quindi se avevi una chitarra elettrica a quell'età ai miei tempi, o suonava tuo fratello grande, o suonava tuo padre, o del molto ricco, molto ricco per le condizioni nelle quali versavamo noi negli anni '90, oppure eri talmente preso bene per rinunciare al regalo di Natale classico per avere da babbo Natale o Gesù bambino la chitarra elettrica.

Andai a casa sua con il registratore, il plettro e lo spartito con gli accordi.
La cassettina che ho usato era quella trovata nel fustino del detersivo della lavatrice.
Ai tempi regalavano le cassettine musicali con il fustino per i panni ( come adesso i nostri figli trovano le figurine nelle patatine e nella scatola dei cereali ).
Le cassettine non registrabili, avevano due buchi sui lati in modo da rendere il registratore inoffensivo per le cassette originali da non rovinare.
Si mettevano i pezzettini di carta dentro i buchi per ovviare al problema.

Facemmo una sola registrazione ( buona la prima come si dice in gergo ) buona la prima perché noi eravamo di bocca buona, adesso per un brano faccio circa 30 o 40 registrazioni per strumento.

Mi aspettavo di suonare la sua chitarra classica e lasciare a lui l'elettrica, mentre la sua gentilezza ed il suo altruismo mi hanno fatto trovare in mano per la prima volta una chitarra elettrica.
Mi prenderei 4 o 5 minuti per raccontarvi la libidine del mio primo incontro con la chitarra elettrica.
Appena presa in mano le corde già vibravano e l'ampificatore messo in overdrive fischiava.
Cazzo fischiava, come le chitarre di quelli bravi, e fischiava in mano mia.
Le corde appena le toccavi sprigionavano un suono dalla potenza che nelle mani non avevo mai avuto.
Alla fine del brano, galvanizzato dal potente suono che mi aveva rubato il cuore ho addirittura improvvisato un assolo di due note finito tra l'altro nel peggiore dei modi.
Studiando poi ancora musica negli anni dopo, ho imparato che l'assolo improvvisato non esiste, ma è un insieme di piccoli o grandi passaggi che hai assimilato durante gli anni di studio e li infili nel modo corretto nei vari giri armonici.
D'improvvisato c'è solo la scelta dei vari passaggi presi dal tuo personalissimo catalogo multimediale inserito nel cervello.
Se fosse totale improvvisazione, sarebbe solo la fortuna della serata che ti gira bene, ma due volte, con note a caso l'assolo non ti viene.
Di solito diventa una cozzaglia di note senza senso.
Continua...

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@tipu curate 2

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Nulla si improvvisa fino in fondo, o meglio bisogna prepararsi per imparare ad improvvisare!

proprio così, ma adesso improvviso una bella !BEER grazie per il tipu!!!!


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