Rivisitazione di un racconto già fatto?!?!

in Olio di Balena4 years ago


Immagine CC0 creative commons

Oggi mi è venuta voglia di raccontarvi un fatto, che successe in una tarda mattinata di 25 anni fa, quando ero un podista che correva tutti i giorni, era un giorno feriale come tanti, uscii un po' prima dal negozio che gestivo e presi la strada del parco...

Proprio davanti a casa dei miei genitori, quella in cui sono nato, noto un paio di cani di piccola taglia, che sono liberi, senza guinzaglio né museruola...

Il podista ha da sempre un rapporto di odio/amore con i cani, in quanto è visto dall'animale come un potenziale pericolo, il cane, da quelle che sono le mie conoscenze, vede di cattivo occhio il movimento dell'uomo, e spesso tende ad attaccarlo.

Ora, premesso che sono profondamente contrario alla violenza sugli animali, non accetto in ogni caso assolutamente che a causa di un animale di qualsiasi genere io sia costretto a fare delle cose che non vorrei fare o a subire delle limitazioni di nessuna tipologia, per cui non accetto di dover smettere di correre o rischiare di prendermi un morso o peggio ancora, alle strette reagisco, senza freni, perché io mi faccio i fatti miei e l'animale deve fare altrettanto...

Sono quasi sicuro, pensandoci bene, di aver già raccontato questo fatto, ma è stato certamente più di un anno fa, e comunque adesso amplio molto il discorso, togliendo molta censura dai miei pensieri, per cui il post è completamento rivisitato, oltretutto sono certamente cambiati i miei potenziali interlocutori...

Riprendendo la narrazione, in quel preciso punto, come aggravante per la controparte, eravamo in un parco, con un bel cartello in cui i cani vanno tenuti al guinzaglio e museruola, e in questi casi la ragione sta a 100 a 0 a mio favore, ma non sarebbe neanche un problema, se i cani si fanno i cazzi loro, nel caso che non mi cagano, oppure il padrone interviene richiamandoli o ammonendoli, per me possono anche essere liberi, capisco le loro esigenze, il problema accade quando succedono fatti come quello che finisco di raccontarvi.

Stavo correndo appunto dentro al parco, a neanche 50 metri da casa dei miei genitori questi 2 Yorkshire mi vedono e iniziano a inseguirmi, abbaiando come degli ossessi...

Ok, la pericolosità in sé del cane è ridotta, ma è uno dei cani più stupidi che esistano, non se ne abbiano a male i proprietari ma notoriamente questa razza di cani attacca soventemente i podisti, un mio caro amico tanti anni fa ha subito un morso all'altezza del Tendine d'Achille, e non è stato molto gustoso, ragion per cui inizio a urlargli contro di andare via, questi manco per il cazzo, io correvo e loro ormai a meno di mezzo metro dai miei piedi...

Ho rallentato, continuando a urlargli di andare via, nulla, sempre più vicini, un paio di tentativi anche di darmi un morso, qualche secondo concitato, in cui cercai aumentai l'ampiezza del raggio posteriore della falcata per intimidirli, nulla, quando arrivò la reazione del loro padrone, che fino a quel momento non aveva fatto nulla...

"Figlioditroia, pezzodimerda, testadicazzo, bastardo....", e altro ancora, un quintale di insulti detti in napoletano stretto, avrà avuto la mia età attuale, io all'epoca avevo 28 anni, nel pieno della forma fisica, 67 kg di peso costituito essenzialmente da muscoli, 1 anno di karate fresco fresco, lui alto il classico metro, un cazzo e un barattolo (senza offesa per la categoria), quella cinquina di peso ad occhio e croce, rapporto di forze chiaramente sbilanciato a mio favore, ma nulla da fare, un ossesso, un indemoniato, continuava a sbraitare e insultarmi in tutte le maniere, agitando le mani di brutto e cercando di colpirmi, ma con il solo allungo delle mie braccia lo tenevo a distanza di sicurezza, in modo da evitare di essere colpito...

Non si calmava, non ho mai detto una mezza parola di insulto, solo un "stia calmo", "i cani vanno tenuti al guinzaglio", "siamo in un parco", ecc. ecc., tutto inutile, era in evidente stato di eccitazione, voleva arrivarmi nel muso, voleva farmi male, la mia colpa era stata quella di aver semplicemente tentato di allontanare i suoi cani.

Vista l'inutilità dei suoi tentativi, a un certo punto si blocca e mi dice...

"Adesso ti sistemo io, figlioditroia, ti concio per le feste...", e parte a razzo verso quella che presumo fosse la sua vettura, c'era solamente quella.

Io ero un ragazzotto, se mi capitasse ora reagirei, con maggiore lentezza fisica ma senza freni inibitori, molto più rapidamente, mi ricordo che disse mentalmente "coltello-pistola" almeno 5 volte, pensando che se fosse stata una pistola, magari già carica, se fossi corso via alla massima velocità possibile forse non mi avrebbe perso, ma optai per inseguirlo, cercando di intercettarlo aprendo la portiera del passeggero, che supponevo aperta...

Errore che poteva rivelarsi fatale, la maniglia di quella maledetta Fiat Ritmo si sollevò senza consentirmi l'operazione, la sicura era abbassata, pregai affinché non fosse una pistola quella con cui stava girando intorno alla vettura per fronteggiarmi nuovamente, alla vista di quello che aveva in mano tirai un grosso sospiro di sollievo...

Un fermacarte metallico, oltre all'impugnatura c'era un lungo pezzo, almeno una spanna, che terminava a punta aguzza, lo brandiva saldamente in mano e intonava una litania di insulsi, tipo "ti apro", "ti faccio la croce, figlioditroia (figlioditroia gli piaceva molto, l'avrà detto una cinquantina di volte), "bastardo", io cercavo di prendergli le misure, continuavo a tenere le braccia in avanti, allargando le mani, cercavo anche di prendergli le misure, la voglia di dargli un calcio nella mano e fargli saltare via quel fermacarte, con il quale mi stava minacciando, era tanta...

Passammo qualche decina di secondi in quella situazione di allerta reciproca, lui urlava come un dannato, probabilmente a causa di tutto il casino che stava facendo sentii arrivare delle voci alle mie spalle...

Quattro persone, tra cui un mio ex-vicino di casa, poveretto, morto alcuni anni fa, che mi aveva praticamente visto nascere, vedendo quello che stava facendo incominciarono a dirgli di mettere via immediatamente il fermacarte, di calmarsi prima che qualcuno si facesse male, uno di loro si spinse molto in là, dicendogli che lo avrebbero gettato nel lago con una pietra al collo, se non se la smetteva, lui sempre dietro a ribadire che avevo attaccato i suoi cani, mentre erano stati loro a corrermi dietro, a nulla serviva che tutti gli dicessimo che i cani andavano tenuti al guinzaglio e museruola, nulla, era tutto attraversato da una furia convulsa, incontrollabile, saltellava come un tarantolato...

Visto come si era messa la situazione, il mio vicino lo prese di mira verbalmente, dicendogli che era in fallo, che mi conosceva da sempre, che aveva torto marcio, perché i cani andava tenuti come si doveva, che non ero uno che andava in giro a cercare rogne gratuite, appianato parzialmente il diverbio andai dietro alla vettura, e dissi la seguente frase...

"Bene, adesso prendo il numero di targa, domani vado dove devo andare e poi vediamo come va a finire..."

L'ossesso ebbe un altro sussulto...

"Dato che mi sei, prendi anche questo...", anticipando di alcuni decenni lo stesso identico gesto di quel bravo ragazzo di Simeone, l'allenatore dell'Atletico Madrid...

"Quello non mi interessa, mi fa schifo, lo faccia vedere alle zoccole con cui va a letto...", fu l'unico insulto che gli indirizzai, tra l'altro nemmeno a lui direttamente.

Bastò solo quella frase per fargli fare un altro scatto, a quel punto il signore che lo aveva minacciato di farlo finire in fondo al lago lo spinse contro la portiera della vettura, il fermacarte era già stato riposto, dicendogli che aveva rotto il cazzo, che mi aveva detto tutto e più di tutto, che finiva male, avendo una dannata voglia di spaccargli la faccia...

"Lascialo perdere, non merita di sporcarsi le mani...", gli disse il suo amico, ma la voglia che aveva era trasparente...

La mattina seguente andai effettivamente in questura, le alternative erano due, denuncia, e sarebbe andato tutto nel penale, minacce dirette supportate da testimoni rischiava un processo, oppure sarebbero andati a fare due chiacchiere a casa sua, spiegandogli quello che rischiava...

Optai per la seconda soluzione, era già sufficiente, gli agenti andarono realmente a casa sua, perché il fenomeno ritornò, a distanza di qualche giorno, sul luogo del misfatto, che era a pochi metri da casa mia, incrociò mia nonna, che era ancora in vita...

Mia nonna, invece, a differenza di questo soggetto, era più larga che alta, la classica azdora romagnola, molto spiccia a parole e fatti, come lo vide scendere dalla macchina mangiò immediatamente la foglia, lui si avvicinò e prima che dicesse una singola parola mia nonna l'apostrofò immediatamente...

"Lei è quello che ha trovato da dire con mio nipote?!?!"

"Sì, sono io, è venuta la polizia sotto casa mia, se per caso lo vede gli dica che, se proprio sono costretto, sono disposto anche a chiedergli scusa, ma che vada a correre da un'altra parte, perché io qui vengo a portare i miei cani..."

Mia nonna stava facendo l'erba per i conigli, avevamo un po' di animali da cortile, con la falcetta in mano gli disse poche parole, ma ben dirette, in dialetto romagnolo...

"Mi stai ben a sentire, cara la mia testadicazzo (testadcaz in dialetto), mio nipote è nato in quella casa, che l'ha fatta mio marito e mio genero, te non devi lasciare i cani a cagare nel parco, senza guinzaglio e museruola, se ti fai rivedere da queste parti ti taglio il collo con questa falcetta, ti insegno io ad andare in giro a rompere le palle alle persone..."

Non si vide più da quelle parti...

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